Scrittore tedesco. Iniziò
l'attività di scrittore occupandosi essenzialmente di tematiche legate al
mondo contadino, analizzato con un'attenzione particolare nei riguardi dello
spirito mistico e religioso che spinge i lavoratori a considerare la terra non
come puro mezzo di lavoro ma fato, destino irrimediabilmente negativo e al
contempo inevitabile. La tecnica rappresentativa tipica di
S.
passò da un iniziale naturalismo a un successivo simbolismo religioso e
visionario che si faceva veicolo di analisi psicologica e sociale. Tra le sue
opere ricordiamo le raccolte di racconti
O la vita o la morte (1893),
Il conciatetti (1899),
L'ultimo bambino (1903) e i romanzi
Leonore Griebel (1900);
Il dio sepolto (1905);
Tre notti
(1909);
La fattoria dei santi (1918);
Peter Brindeisener (1924);
La stirpe dei Maechler (1924, 1929, postumo, 1944), storia di tre
generazioni di conciatori, legati indissolubilmente alla terra dalla quale
provengono, che sollevò le polemiche di parte della critica che vide in
S. un seguace delle teorie hitleriane. Nel 1934
S. diede alle
stampe un'autobiografia,
La mia vita, nella quale presentava le proprie
amare vicende personali quasi a giustificazione della sua visione pessimistica
della realtà (Habelschwerdt, Slesia 1864 - Oberschreiberhau, Slesia
1940).